giovedì 31 ottobre 2013

La guerra dei prezzi al ribasso

La crisi c'è.
C'è chi sogna di lavorare piuttosto che di andare in vacanza e, per chi si trova in questa situazione, ho ovviamente il massimo rispetto (anche perché le mie, di vacanze, sono sempre "short" e "low cost", quando posso farle). La stagione è finita e, dopo qualche giorno di riposo, anche io mi sono nuovamente trovata in questo stato, d'altra parte il mio lavoro è per natura precario.
Volevo però parlare di prezzi. I ricordi dei contatti avuti durante il mese di agosto sono ancora ben vivi nella mia mente, specie quelli avuti poco prima del 15.
"Avete camere libere per ferragosto? E il prezzo qual è? Ma c'è la crisi!!!!". Questo è il riassunto di quello che un non-cliente dice in una conversazione-tipo, al termine della quale spesso si produce in insulti gratuiti non richiesti con interruzione improvvisa della telefonata (= il telefono "riattaccato in faccia").
E' caro. Alcuni dicono "mi dispiace, cercavamo a meno", altri se la prendono con il lavoratore che fa solo il suo dovere, magari anche con gentilezza e dedizione. La volpe che non arriva all'uva dice che è acerba, ma non è il provare ad arrivarci che è sgradevole, è la mancanza di rispetto nei confronti di chi lavora, che, nella stragrande maggioranza dei casi, nulla ha a che fare con le politiche di prezzo e assolutamente mai con la disponibilità economica (o la disponibilità a spendere) di chi chiama per chiedere informazioni.  
E' caro. Ma caro in assoluto o relativamente ad altre offerte che si trovano "in giro"? Sfogliando settimanali leggeri, mi sono talvolta imbattuta nelle pagine pubblicitarie divise in quadratini, nei quali si vedono microscopiche foto degli hotel con offerte e prezzi nei vari periodi della stagione. Ci sono prezzi molto vantaggiosi a volte, soprattutto nella bassa stagione. Premettendo che in bassa stagione difficilmente si ha un guadagno effettivo, com'è possibile che un giorno di pensione completa in un hotel 3*/4* possa arrivare a costare meno di un pasto completo in un ristorante/trattoria?
Colazione, due pasti, pernottamento, biancheria, eventuali altri servizi, tutto al costo di un pasto solo. Ma la tariffa di pensione include anche la quota per il pagamento del personale, delle tasse, per la manutenzione ordinaria e straordinaria, per le spese di luce, gas, acqua ecc. Senza applicare tariffe diverse per stagionalità diverse, o una gestione dinamica del prezzo, non sarebbe possibile tenere aperta una struttura ricettiva, a queste condizioni.
Sicuramente chi chiama non nutre alcun interesse circa i costi di gestione (non gliene frega proprio niente!), ma francamente immagino non si chieda come sia possibile ottenere lo stesso trattamento, in due posti diversi, pagando due tariffe molto diverse. 
E' caro, il posto che propone la tariffa più alta. Ma facendoci due conti, quanto ci costa stare a casa nostra? E' possibile spendere quasi di meno andando in vacanza?
Non voglio, con questo, dire che chi propone tariffe basse offra una bassa qualità o riservi un trattamento ai dipendenti non regolare. Chi non ha un mutuo per la costruzione o la ristrutturazione può benissimo decidere di tenere i prezzi più bassi, chi magari è felice di fare l'imprenditore ed avere l'equivalente dello stipendio di uno dei suoi operai anche. 
Questa però è una situazione che non può durare per sempre e, nel frattempo, si combatte la guerra dei prezzi: io offro di più a meno, tu offri di meno a meno, lavoriamo (sopravviviamo), l'altro offre il giusto al giusto costo e lavora meno. Qualcuno inizierà a non poter sostenere più i costi, per il poco lavoro o per l'introito basso, ma intanto il mercato è rovinato, qui, per la convinzione di poter ottenere di più a meno, più servizi a costo inferiore per il cliente, più clienti a tariffa inferiore per l'imprenditore.
Sì, è caro andare in vacanza in Italia. Per il costo del lavoro (troppo), per le tasse (troppe e troppo alte). Poi, nel mucchio, c'è  anche chi se ne approfitta e alza il prezzo comunque (se riesce a campare), ma uniformarsi ad una concorrenza estera che non si riuscirà mai a battere sul prezzo è come prendere la rincorsa per buttarsi nel crepaccio. 
Questo non significa che io non sia fortemente critica per quanto riguarda la qualità dell'ospitalità e della ristorazione e l'accoglienza offerte nel nostro Bel Paese. 
Ma questa è un'altra storia...
 

domenica 15 settembre 2013

Il recensore di oggi come il critico di ieri?

C'era una volta il critico, oggi c'è il recensore...

Forse intimoriva di più i ristoratori di un certo livello, che potevano trovarsi citati in maniera indesiderata sulla stampa, piuttosto che gli albergatori, ma il critico era una persona dai più ritenuta esperta in gastronomia e passibile a sua volta di critica, in quanto il giudizio espresso non poteva essere del tutto imparziale. 

Oggi, invece, quando ci troviamo a dover decidere delle nostre vacanze o della nostra cena fuori casa, siamo sempre più portati a consultare le piazze virtuali sulle quali è possibile sapere "che si dice" di questo o di quell'hotel, di quello o di questo ristorante, spesso incappando in un vero e proprio labirinto di commenti, difficilmente tutti concordi tra loro, come difficilmente è possibile trovare qualcosa che piaccia indistintamente a tutti.

"De gustibus non est disputandum" dicevano i latini. Esistono realtà documentabili, come per esempio stanze non corrispondenti alla descrizione o alle immagini riportate sui siti ufficiali degli hotel. Esistono poi risposte soggettive all'esperienza di soggiono, dettate non solo dall'oggettiva qualità dei servizi erogati, ma da una serie di altri fattori prettamente legati allo stato emotivo, alle aspettative maturate, al proprio spirito di adattamento, al proprio carattere. Ed in realtà il più delle volte sono questi fattori ad influire sul giudizio dato da un cliente ad una struttura. 

Dov'è il problema? Ognuno ha la piena libertà di avere un'opinione e di condividerla, fortunatamente. Immaginiamo di poter avere uno spazio a disposizione su un canale di comunicazione, sul quale scrivere nel più completo anonimato, un canale raggiungibile a bassissimo costo in gran parte del mondo. Il canale è lo stesso che sto utilizzando in questo momento, scrivendo in una pagina che forse in pochi potranno raggiungere, per via della mia potenza commerciale nulla. Ma esistono spazi virtuali con una potenza commerciale ben diversa dalla mia, quelli che escono tra i primi risultati nelle ricerche effettuate su alberghi e ristoranti. Questi spazi collezionano migliaia di visite, forse milioni, ogni giorno ed in essi è possibile lasciare un proprio commento sul locale visitato e sul servizio ricevuto. 

Un commento che rappresenta un'opinione frutto di un'esperienza personale, che difficilmente potrà essere ripetuta e soprattutto vissuta nella stessa identica maniera da un altro.

In questo blog voglio occuparmi delle recensioni, della loro valenza effettiva e di quello che il recensito non può dire apertamente perché non beneficia dell'anonimato del recensore, ma anche di ospitalità, ristorazione e professionalità. 
Del turismo visto attraverso lo sguardo di un semplice lavoratore, quello che non ha il diritto di esprimersi sui portali, che accolgono solo le risposte del gestore, né col cliente, perché questo "ha sempre ragione", quello che presta la sua faccia e la sua credibilità sia al datore di lavoro, sia alle istituzioni locali e nazionali, ingegnandosi per aggirare i disservizi ed i servizi non esistenti sul suo territorio e cercando di promuoverlo con gli strumenti disponibili.

Ovviamente si tratta di opinioni che non hanno la pretesa di essere verità oggettive, ... un po' come le recensioni insomma!