giovedì 21 agosto 2014

Maleducati turistici al lavoro - introduzione

A un mese dalla fine della mia stagione, dopo più di un mese dal mio ultimo post, riprendo a scrivere, stavolta però inizio ad occuparmi del personale.

Io ho a che fare direttamente con i clienti; non rientra tra le mie mansioni avere a che fare col personale, per cui mi limito ad evitarlo quando arrivo a dei livelli di intolleranza superiori a quella che ho per il glutine (purtroppo).
Questo non mi impedisce di costruire la mia "macchina immaginaria ideale", che rappresenta l'hotel ed i suoi processi, e di vedere quanto qualsiasi ingranaggio malfunzionate influisca sulla sua efficienza.

I costi e la guerra dei prezzi al ribasso ormai non permettono di far gravare sul cliente una quota per del personale altamente qualificato che ricopra la maggior parte delle posizioni. Occorre forse affiancare del personale inesperto ma formabile a quello esperto e qualificato.

Ciò che mi lascia ogni anno più perplessa è conoscere nuovi lavoratori che in comune con i vecchi hanno l'inseguire l'introito "extra" più che fare il lavoro, per il quale vengono retribuiti, con la massima onestà,qualità che non si compra né si acquisisce con l'esperienza.

Un'altra caratteristica purtroppo comune è il proporsi di fare un lavoro faticoso e di responsabilità solo perché ben retribuito, senza alcuna passione ed anche se non si è sufficientemente preparati.

Lo scomparire di alcune figure professionali interne all'hotel provoca carenze di controllo su sprechi  ed ammanchi, mentre l'eccessiva riduzione nel numero delle altre rischia di inficiare la qualità di alcuni servizi - oltre che di impedirne la verifica, cosa più frequente.

Vale la pena risparmiare l'1% del fatturato per poi perdere anche soltanto il 5% di clientela scontenta che non torna? Perché non attenuare la preoccupazione di avere delle camere occupate l'anno successivo, cosa importantissima per le strutture che vivono del monotono turismo balneare, aumentando la clientela consolidata fino al massimo fisiologico? Per pochi spiccioli?

Innovazione tecnologica e prelavorati sicuramente suppliscono ad alcune carenze, ma non sono la soluzione a tutti i problemi. Lavorare nel turismo è fare accoglienza e le macchine non sanno accogliere o svolgere qualsiasi mansione con trasporto. Lavorare nel turismo non è per tutti, eppure il settore è pieno di lavoratori improvvisati a tutti i livelli.
Considerando questo, perché sceglierci se a fronte di un prezzo maggiore dei concorrenti non diamo l'ospitalità di qualità e di cuore? Se perde le caratteristiche tipicamente italiane, perché la nostra offerta dovrebbe spiccare tra le altre?