giovedì 13 aprile 2023

Cercasi personale disperatamente, ma non troppo / cercasi lavoro disperatamente, ma non troppo. - Parte 1

La primavera è arrivata - almeno sul calendario - e insieme a lei gli ormai classici servizi al tg, nei quali vengono intervistati albergatori e ristoratori disperati perché non trovano personale. In particolare quello di sala e di cucina, ma non solo.

Chi, in passato, si è dilettato a leggere le mie riflessioni acerbe è incappato nelle invettive di gioventù nei confronti di colleghi di altri reparti, ma anche del mio. Non temete: per quanto sia abituata a prendere freddamente le parti dell'azienda, quando di tratta di comportamento e di fare squadra, non ho il prosciutto sugli occhi. Per quanto pensi che un impegno preso vada portato a termine nel migliore dei modi, quello che non va lo vedo molto bene.

Cercherò ora di rispondere alla fatidica domanda: perché gli alberghi, soprattutto se stagionali, piccoli o medi e a gestione "familiare" non trovano personale?

  •  "La stagione si accorcia di anno in anno...". Certo, prima si aspetta che arrivi la massa critica, poi si apre. Il malcapitato cliente di bassa stagione ripiega su un hotel aperto tutto l'anno, o si rivolge a b&b o simili. La destinazione si comporta come gli operatori dell'ospitalità: niente eventi, niente servizi per i turisti, ma la tassa di soggiorno viene puntualmente addebitata. Niente ospitalità, niente servizi, la stagione si riduce a due mesi e mezzo. 
  • E quanto si guadagna in due mesi e mezzo? Gli stipendi invogliano al lavoro stagionale come negli "anni d'oro?". Domanda retorica... Tranne i capi servizio, che dovrebbero gestire in maniera manageriale i reparti, gli altri non hanno uno stipendio molto diverso da un lavoro ordinario. Gli orari di lavoro e lo stress, invece, sono decisamente diversi.
  • Qui arriviamo a ciò che, nel periodo successivo ai vari lockdown che abbiamo avuto dal 2020 in avanti, ha accelerato l'emorragia di lavoratori da questo settore: la qualità della vita. Per quelle 10-16 settimane non abbiamo una vita, delle uscite normali, giusto qualche mezz'ora tolta al riposo, in cui neanche riusciamo a staccarci mentalmente dal lavoro, se abbiamo un minimo di responsabilità.
  • Non siamo ipocriti: ci sono aziende con titolari onesti, che propongono condizioni umane e stipendi equi. Poi ci sono altre aziende, e non sembrano poche, che propongono queste condizioni: 7 giorni su 7, tre servizi per la sala, orario 7-23 per la cucina, con un paio d'ore di riposo al pomeriggio se va bene, stipendi tutto incluso, spesso da "stage", impossibile ammalarsi, impossibile partecipare a feste di familiari e amici, impossibile vivere. E non occorre che un operatore di programmi di inchiesta vada in incognito a farsi fare queste proposte indecenti: basta leggere gli annunci sui vari portali. 
  • Laddove la durata del contratto (sempre che ci sia...), lo stipendio, le condizioni, la qualità della vita sono già abbastanza scoraggianti, l'ambiente di lavoro, a lungo andare, fa fuggire anche i più appassionati. E chi resta? Chi sa e non insegna, perché ha paura che gli si facciano le scarpe e di perdere la posizione acquisita. E chi è alle prime armi e di passaggio. Una bomba ad orologeria pronta a scoppiare quando la stagione è al culmine e le forze iniziano a venire meno.

Sembra che io stia incolpando del tutto gli albergatori, a questo punto. Quello di cui li ritengo responsabili, in realtà, è di attirare le persone sbagliate, con delle proposte che le persone giuste non accettano. E a volte non si tratta solo di orari o di stipendio, ma di serenità sul lavoro e di qualità della vita (anche il non portarsi i problemi del lavoro fuori dalla porta dell'hotel). Perciò, albergatori, se realizzate di aver arruolato la ciurma di una nave pirata, invece di aver assunto la squadra per la stagione, sarà il caso che vi chiediate perché non avete attirato un altro genere di collaboratori...

Nel prossimo post inizierò, almeno, a trattare gli errori nel reclutamento del personale... 

Maleducati ossequi.

LaReception