lunedì 23 giugno 2014

Maleducati turistici - cap II: l'aggressore

Non era questo in realtà l'argomento che intendevo trattare oggi, ma visto il fatto increscioso accadutomi, ho preferito dare spazio a quello che per eccessiva educazione e professionalità (modestamente :-) ) ho dovuto reprimere.

Un problema a tavola, una famiglia si presenta in reception per reclamare. Nulla di nuovo insomma, se non per il fatto che l'educata rimostranza è stata espressa assicurandosi che i decibel fossero superiori a quelli del 55 pollici acceso sui mondiali e che la piccola folla che vi assisteva potesse sentire.

Inutile dire che qualsiasi tentativo di espressione, dal diritto di replica alle ben note scuse incondizionate della direzione, con promessa ferma di provvidimenti da prendere, è stato inutile.

"Ci metto una croce sopra! Menomale che esistono questi siti su cui sfogarsi!"

Può essere normale se la vacanza è finita e se ci sono stati problemi dall'inizio alla fine, lamentele inascoltate, se il cliente si è sentito ignorato e preso in giro e l'unico modo di farsi ascoltare resta quello.

Ma all'inizio della vacanza, imponendosi senza sentire ragione, urlando nella hall in quel modo no, non è normale, non è rispettoso dell'interlocutore, che non è uno schiavo che sta lì a subire, non è nemmeno giusto nei confronti dell'albergo.

Sì signora, sfogati dove ti pare, sempre che, raccontando quest'episodio a chi di dovere, pubblichino la tua recensione.
Per la privacy non esiste un database di clienti da evitare, al contrario di quello che succede con gli alberghi.
Io però ho buona memoria e una croce sopra ai clienti di questo genere la metterò volentieri quando ne avrò la possibilità.

Per ora sono solo l'osservatrice non sospetta di quel microcosmo in cui lavoro, l'apparenza mi permette ancora di essere chiamata "Signorina", posso nascondermi dietro le mansioni semplici di una segretaria.
Non perché sono una cosiddetta ragazza di buona famiglia, che ha conosciuto e continua a conoscere gli alberghi come cliente, faccio caso a tutta questa maleducazione turistica.

Al giorno d'oggi è anche difficile trovare del personale valido e rispettoso, educato più che ruffiano, che capisca che servire è un'arte che arricchisce culturalmente e caratterialmente, non un lavoro umiliante.

Ma anche far capire a una bella fetta di clienti che camerieri, baristi, cameriere ai piani, cuochi, lavapiatti, segretari e quanti lavorano per la loro vacanza non sono  servi della gleba, risulta difficile.
La discrezione nell'esprimere una critica o un reclamo, prendendo il responsabile da parte, scompare lasciando spazio all'arroganza, alla cafonaggine della piazzata che umilia il malcapitato interlocutore  e destabilizza i fragili equilibri che si creano quando l'hotel è a pieno regime.
Beh, poi c'è la piazzata 2.0, infamante quanto vigliacca, dannosa potenzialmente, anche se ormai le recensioni sono  tanto abusate da essersi rivelate mediamente inattendibili: l'esperienza è soggettiva e vari fattori possono influire sulla buona o cattiva riuscita della vacanza, compresa la maleducazione turistica degli altri clienti, della quale l'hotel non è di certo responsabile...

Nessun commento:

Posta un commento